LE BELLEZZE DELLA PROVINCIA DI 




Nell'ormai lontano 1954 furono aperte al pubblico le famose grotte del Bue Marino, che si trovano a circa 4 Km dal porto di Cala Gonone, lungo la costa, poco dopo il litorale di Cala Fuili; si possono raggiungere con gli appositi barconi. Oltre il maestoso ingresso, segnato da una mastodontica colonna centrale, le grotte si dividono in una parte fossile (cioè asciutta; ramo nord) e in una attiva (ramo sud) dove le acque del mare si mescolano a quelle dolci provenienti dalle viscere della montagna; questa parte illuminata e aperta al pubblico dalla Pro Loco dorgalese nel 1983, è ricca di concrezioni, stalattiti e stalagmiti che si specchiano nei vari laghetti.


La gola di Gorroppu è una meta famosa per tutti gli amanti dell'escursionismo. La possente fenditura alta 400 metri, presenta al centro una collina di crollo alta 602 metri e sovrastata dalla P.Iscopargiu (m 1080) a nord. L' altitudine del fondo della gola, posta a circa 350 metri sul mare, da l'idea del salto di roccia (circa 500 m); il fiume nei millenni, ha lavorato pareti e roccioni creando un paesaggio irreale a dominio di vasti ghiaioni, immensi massi candidi e rotondeggianti paiono accatastati uno sull'altro da qualche forza misteriosa. Dopo la seconda curva della gola, in territorio di Orgosolo, due salti di roccia occupati in basso da altrettanti laghi perenni fra pareti assolutamente liscie, costringono gli ardimentosi che intendono superare l'ostacolo all'uso del canotto, di chiodi da roccia e funi, e di una buona dose di coraggio.


Il carnevale di Mamoiada (occasione per ammirare i magnifici costumi antichi), il più famoso della Sardegna, è caratterizzato dalla processione danzata dei "Mamuttones, accompagnati dagli issocadores (lanciatori di fune). I grappoli di campanacci, pesanti oltre trenta chili, vengono fatti suonare ritmicamente per le vie e le piazze della cittadina. Questa processione danzata sembra avere origini negli antichi riti preistorici con i quali si cercava di allontanare dal villaggio le misteriose forse maligne della natura.


Le caratteristiche generali del massiccio del Gennargentu (1834 m), da conoscere per riuscire a comprendere appieno i suoi valori paesistici, sono quelle di un vasto territorio disabitato, la cui proprietà è comunale (dunque gravato da usi civici), deforestato e irrazionalmente sfruttato per l'eccessivo pascolo da secoli, in cui però sopravvive una fauna e una flora di notevole interesse; il substrato geologico è lo scisto, accompagnato spesso dal granito;

un'impalcatura antica, risalente all'Era Primaria; più recenti (sempre geologicamente parlando) verso sud, le formazioni calcaree dei tacchi e dei toneri risalenti al Giurassico (Era Secondaria). Le aree protette occupano le aree boschive di Uatzo (Tonara e Belvì) e Funtana Cungiada (Aritzo), quest'ultima in corso di rimboschimento; tutta la zona fa oggi parte integrante del Parco Nazionale del Gennargentu. L' area ha interesse anche archeologico: presso il passo di Tascusì si trova infatti il nuraghe Ura 'e Sole, a 1331 m d'alteezza (il più alto dell'isola).


Di notevole interesse, vicino ad Orosei, le Grotte di Ispinigoli (ss 125 km 209.4) caratterizzate da una colonna formata da una enorme stalattite-stalagmite alta 38 mt. Questa in epoca punica fu utilizzata per compiere sacrifici umani ed è perciò chiamata anche "abisso delle vergini".


(Indice Generale)