LA
SARTIGLIA
La domenica di Carnevale, il martedi' grasso ed il 15 Agosto, ad Oristano ha luogo la secolare tradizione della Sartiglia, che trae origine da una giostra equestre di abilita' di origine spagnola, in uso fin dal XVI secolo, consistente nel cercare di infilzare con una spada su un cavallo lanciato al galoppo sfrenato nel campo di gara, posto accanto alla cattedrale cittadina, il centro di una stella appesa ad un nastro teso tra un lato e l'altro della strada all'altezza di circa tre metri da terra. |
Ma l'aspetto ludico esteriore non deve trarre in inganno: la Sartiglia e' una manifestazione complessa, in cui i riti e le simbologie vanno ad assumere significati profondi ed antichi, propri della nostra terra. Viene organizzata dai gremi di San Giovanni e di San Giuseppe, espressione delle corporazioni dei contadini e degli artigiani, artefici dell'economia secolare della regione oristanese. |
Il capocorsa, indiscusso re dello spettacolo, punto d'incontro tra realta' e mito, prende il nome de Su Componidori; nella guida della manifestazione viene affiancato da Su Segundu e Su Terziu, espressioni del potere temporale della citta'. |
La scelta delle persone che interpreteranno questi ruoli, come anche i nomi degli altri cavalieri, l'ordine con cui questi correranno alla stella i cavalli che dovranno montare e gli allevamenti di provenienza degli stessi, sono oggetto di ampie discussioni e liti tra le singole persone, i gremi ed il comune stesso di Oristano che perdurano durante tutto il tempo che intercorre tra una Sartiglia e l'altra. |
Alla mattina, si procede alla vestizione de Su Componidori, il momento forse piu' magico, in cui questa persona lascia i suoi panni terreni per andare ad interpretare il ruolo autentico di incontro tra realta' e destino, naturale e soprannaturale. |
Egli si siede su una sedia sistemata su un tavolo e, da questo momento in poi, per tutto il perdurare della manifestazione non potra' poggiare i piedi per terra, pena la perdita dei suoi poteri magici. |
Agli ordini di un'anziana signora (sa massaia manna), le giovani in costume (is massaieddas) si aggirano intorno al capocorsa provvedendo al rituale della vestizione durante il quale gli verra' letteralmente cucito indosso il tipico costume campidanese sopra al quale gli verra' fatto indossare un doppio grembiule senza maniche in pelle morbida detto su collettu, una maschera di legno bianco sul volto, che nascondera' agli altri la sua identita' e le sue emozioni terrene, una mantiglia ed un magnifico cappello a cilindro, copricapo dell'antico costume tipico femminile di Oristano. |
Quindi viene introdotto il cavallo che dovra' montare, anch'esso riccamente addobbato con fiori e con le rosette ricamate all'uncinetto per lui e per gli altri cavalli da centinaia di giovani ragazze nel corso di tutto l'anno: egli passa dal tavolo al cavallo ed esce sulla strada dove viene raggiunto da Su Segundu , da Su Terziu, dagli altri cavalieri e da un corteo in costume e, dopo aver reso omaggio alle autorita' cittadine, raggiunge il campo di gara benedicendo la folla con un mazzo di pervinche e di viole (sa pippia de maju), simbolo di fertilita'. |
Dopo esser passato salutando per tre volte sotto la stella a scopo beneaugurante, da' inizio alla competizione vera e propria: lanciato il cavallo al galoppo sfrenato, al rullo assordante dei tamburi nel silenzio carico di tensione di tutti i presenti, con il braccio teso in avanti impugnante Su Stoccu, la spada di legno bianco a lui riservata, tenta, primo fra tutti, di infilzare l'anello centrale della stella dal diametro di pochi centimetri. |
L'esplosione di giubilo della folla al raggiungimento del suo obbiettivo, come il mormorio sommesso di delusione della stessa a seguito del fallimento, accompagneranno tutte le discese dei cavalieri che, nel corso degli anni a venire daranno luogo ad infinite discussioni da parte dei componenti dei due gremi e di tutta la cittadinanza in merito alla velocita' del cavallo, all'altezza del nastro, alla traiettoria seguita durante la corsa, e ... cosi' via, per tutti gli aspetti possibili ed immaginabili di questa fantastica giostra. |
Alla fine della gara, dal numero delle stelle infilzate, verranno tratti gli auspici per l'imminente stagione agricola e per la futura crescita economica del Capoluogo e di tutta la Provincia di Oristano. |
Trasferitisi nella Via Mazzini, non piu' avversari gli uni degli altri, i cavalieri proseguiranno fino a tarda sera lo spettacolo esibendosi nella corsa delle pariglie, vera prova di estrema acrobazia equestre ad alta velocita', in cui i piu' sfortunati nella corsa alla stella hanno l'occasione di riscattarsi agli occhi della popolazione mettendo in mostra la loro bravura ed il loro coraggio di cavalieri. |
Alla Sartiglia tradizionale, che si corre a Febbraio e Agosto di ogni anno, si è affiancata ormai da diversi anni con gran successo di pubblico la Sartigliedda, giostra d'abilità per i bambini ed i ragazzi che intende preparare le nuove leve alla gara e tenere desta l'attenzione dei giovani verso questa stupenda manifestazione. |