LE BELLEZZE DELLA PROVINCIA DI 




A pochi chilometri da Oristano, accanto alla immensa spiaggia di Piscinas, unico nell'isola, un vero "deserto" in miniatura, vasto circa 3 kmq, dove alle montagne di sabbia alte fino a 50 m ancora vive si alternano quelle ormai consolidate, dove vegetano bellissimi ginepri plurisecolari. Non è facile descrivere la suggestione del luogo che si mantiene intatta anche se vi si giunge nei pochi giorni in cui la

zona viene frequentata, ovviamente ad agosto, da qualche decina di bagnanti e visitatori, e soprattutto se si considera l'antefatto paesistico ed architettonico (l'entroterra altrettanto solitario e le miniere abbandonate) che ne sono degnissimo preludio.


A pochi chilometri da Oristano è il paese di Paulilatino presso il quale si trova il villaggio religioso di S. Cristina, a pochi passi da un santuario nuragico. Nella preistoria vi si praticava il culto dell'acqua, e a tale scopo i nuragici costruirono un pozzo sacro (restaurato), uno degli esempi più interessanti di questi antichi monumenti. Fordongianus è l'erede

dell'importante centro romano di Forum Thaiani, sorto e sviluppatosi probabilmente come stazione militare sulla strada che attraversava il centro dell'isola: interessante la visita ai ruderi delle Terme, dove si vede ancora la vasca per le abluzioni, piena di acqua bollente che vi giunge da una fontana a forma di testa di leone. Le acque si scaricano nel vicino fiume Tirso.


A pochi minuti da Tharros e da Cabras sorge la bella chiesa di San Giovanni di Sinis, alla periferia dell'omonimo borgo di pescatori, dove più recentemente si è sviluppata anche l'edilizia turistica. Il monumento, di rustico e massiccio aspetto, ebbe origine in età paleocristiana (VI sec. d.C.), quando fu eretto il corpo centrale cupolato; successivamente (IX - Xl sec.) assunse le forme attuali, con tre navate dalle massicce volte a botte in cui l'uso della pietra arenaria

locale dal caldo colore conferisce uno straordinario fascino. Nella facciata, in parte alterata, si conservano le strutture in pietra a vista; fare il giro del monumento per osservare le absidi posteriori ed i transetti; all'interno, oltre alle basse arcate che poggiano sui grossi pilastri, si trovano antichi altarini. La sua oscurità e la frescura dell'austero ambiente contrastano stupendamente (se vi si giunge d'estate) con il solare ambiente dell'esterno.


In direzione di Nuoro, all'incrocio tra la SS 131 del bivio di Abbasanta, si può visitare il nuraghe Losa, uno dei più importanti dell'isola. Circondato da un grande antemurale con torrette (e, all'esterno, da un'altra cinta muraria), è di tipo trilobato; fu edificato con grandi massi di basalto, attualmente ricoperti da una patina di licheni dal caldo color ruggine.

Sul lato meridionale (d'accesso) si vede una grossa capanna, forse del Consiglio o per l'estrema difesa contro eventuali invasori; accanto, un ingresso al corpo aggiunto (risalente al VIII - VII secolo a.C.). La torre più antica (anteriore al 1500 a.C.) che era a tre piani, ha invece l'ingresso a destra, sul lato nord: da qui si può salire al terrazzo; il panorama spazia fino al Gennargentu, e su tutto l'altopiano verso le montagne del Marghine e si ha una vista completa sul villaggio nuragico e sulle torri delle varie cinte di difesa e sulle muraglie; le torri più grandi sono le più antiche del complesso. Questa località divenne, dopo la caduta della civiltà nuragica, un centro punico e persistette anche in età bizantina. A 500 metri verso ovest, si trova un pozzo sacro nuragico.


La domenica ed il martedì di Carnevale ad Oristano ha luogo la secolare giostra della Sartiglia, che trae origine da una gara di abilità in uso fin dal Cinquecento (epoca in cui fu introdotta ad Oristano) di stile spagnolo e portoghese. La "corsa alla stella" consiste nel riuscire ad infilzare, con una spada, una piccola stella di metallo appesa a circa tre metri dal suolo, dopo che il cavaliere ha lanciato al galoppo sfrenato il cavallo.

Tutto ciò avviene nell'incantevole scenario della piazza Duomo, la cui omonima via é per l'occasione ricoperta di sabbia per consentire la galoppata. Il capo della corsa è Su Componidori: le massaieddas (ragazze in costume) lo vestono solennemente ponendogli sul volto una maschera di legno e sul capo un grande velo nuziale, con sopra un cilindro che costituiva il copricapo del costume femminile antico di Oristano, confermando così l'aspetto magico e indefinibile del rito. Il Componidori, pur dando la più alta manifestazione della sua virilità (la destrezza nel cavalcare e nel maneggiare la spada), indossa infatti vesti muliebri. Dopo la sfilata, egli apre la "corsa alla stella", seguito subito dai vari cavalieri mascherati, che indossano i costumi del paese o della città di provenienza. La tradizione vuole che dal maggior numero di stelle infilzate si traggano i buoni auspici per il futuro raccolto agricolo. La Sartiglia rappresenta uno dei più ghiotti appuntamenti con una Sardegna fuori stagione.


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